Pelle secca in inverno: perché e come prevenirla
Nella stagione invernale la secchezza cutanea è un disturbo molto comune. Essa colpisce soprattutto le mani, che hanno la pelle più sottile rispetto a quella del resto del corpo e possiedono meno ghiandole sebacee.
Il freddo, il vento e gli sbalzi di temperatura tipici dell’inverno – dovuti ai continui passaggi dall’esterno agli ambienti interni riscaldati – agiscono in modo diretto sulla parte del corpo più esposta agli effetti esterni, la pelle.
Durante la stagione fredda la pelle diventa più secca principalmente per 3 motivi:
- contrazione dei vasi sanguigni per risparmiare calore
- ridotta assunzione di vitamina D attraverso i raggi solari
- secchezza dell’aria nelle case e negli uffici per via del riscaldamento
Le conseguenze principali, fastidiose e dolorose, sono:
- dermatiti da freddo, cioè pelle ruvida, formazione di ragadi ai polpastrelli, geloni alle manie ai piedi
- desquamazione e prurito
- peggioramento delle patologie dermatologiche già presenti, come dermatite atopica e psoriasi
La prevenzione si basa su pochi e semplici accorgimenti:
- bere molta acqua
- umidificare gli ambienti chiusi, poiché il riscaldamento rende l’aria secca
- proteggere mani e piedi dal freddo
- evitare detergenti schiumogeni poiché, aggredendo il naturale strato lipidico della pelle, favoriscono la secchezza cutanea
Pelle secca: non sempre dipende dal freddo
E’ indubbio che una pelle molto esposta agli agenti esterni come freddo e vento, ma anche lo smog della città, tende a diventare secca, ruvida e screpolata. Ciò è dovuto al fatto che tutti questi fattori contribuiscono ad assottigliare il film idrolipidico cutaneo, una sorta di velo lipidico che ricopre e protegge tutto il nostro corpo.
Così come chi sta troppo all’esterno, anche chi trascorre lunghe ore all’interno di ambienti riscaldati e troppo secchi, come casa, ufficio o scuola, può subire un’alterazione della propria pelle.
Chi va spesso in piscina si trova in genere a combattere contro lo screpolamento della pelle, a causa della presenza nell’acqua di cloro. A questo si aggiunge il fatto che la lunga permanenza in acqua è di per sé negativa dal punto di vista dell’idratazione del corpo.
Anche alcuni farmaci possono provocare secchezza della pelle, come i retinoidi (derivati della vitamina A), utilizzati per la cura dell’acne, oppure alcuni farmaci antidepressivi, antipertensivi, anticoagulanti e anticoncezionali.
E’ importante che si mantenga sempre il giusto equilibrio tra sudore e presenza di sebo nella pelle. Perché questo accada è necessario che funzionino perfettamente sia le ghiandole sudoripare, sia quelle sebacee. Queste sono ghiandole regolate dagli ormoni, che possono “incepparsi” quando vi siano variazioni o disfunzioni ormonali, cosa che avviene in particolare nelle donne, in concomitanza con ciclo mestruale, gravidanza, puerperio o menopausa.
Xerosi: la variante patologica della pelle secca
Se la pelle subisce una leggera desquamazione si tratta in genere di una disidratazione semplice. Se, invece, i sintomi sono ispessimento della pelle, lesioni, prurito, ruvidezza, opacità e rossore si è molto probabilmente in presenza di una secchezza cutanea grave che non deve essere sottovalutata.
La xerosi rappresenta una variante patologica della pelle secca, che si manifesta con un’eccessiva aridità della cute. La xerosi, tuttavia, non interessa solo la pelle, ma è un disturbo che può manifestarsi anche a livello delle mucose nasale e orale e a livello oculare.
Quando la quantità di acqua nello strato corneo (quello più superficiale) scende al di sotto del 20%, la pelle risponde con desquamazioni eccessive, fessurazioni e screpolature. Se la condizione peggiora possono manifestarsi fastidio, prurito e nei casi più gravi anche dolore.
Importante è verificare che non si tratti di una dermatite atopica, cioè della forma ereditaria di malattia che rende secca la pelle e che causa una forte desquamazione e un intenso prurito. Le parti del corpo più colpite da questa patologia sono le pieghe interne dei gomiti e quelle posteriori delle ginocchia, oltre alle caviglie, ai polsi, al viso, al collo e al torace.
Le manifestazioni cutanee della xerosi possono essere alleviate applicando alcuni prodotti cosmetici nell’area lesa.
Tra i migliori ci sono quelli nella cui formulazione sono presenti lipidi, in particolare ceramidi e steroli, acido ialuronico e gomme. Fondamentale è prediligere prodotti idratanti, nutrienti ed emollienti. E’ importante ricordare anche che, oltre al trattamento con creme, per facilitare il processo di guarigione e il ripristino delle normali condizioni della pelle è fondamentale scegliere con cura anche i prodotti per la detersione.
La TECNOLOGIA 311â, studiata e brevettata da Ceramol, contiene una miscela equilibrata di lipidi fondamentali dell’epidermide. Come ingredienti attivi troviamo Ceramide, Colesterolo e Acidi Grassi, tutti ricostituenti della barriera cutanea, burro di karité, forte emolliente e nutriente della pelle e Palmitamide MEA, un endocannabinoide ad azione lenitiva e antiprurito.
La tecnologia dei prodotti Ceramol 311â, permette così:
- di spegnere il prurito, con trattamenti lenitivi specifici,
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- di proteggere la pelle con detergenti delicati che rispettano la pelle e le sue difese naturali, essendo privi di tensioattivi aggressivi, profumo, conservanti a rischio allergia.